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Maggio: mese di Maria

01 maggio 2025 

Maggio è per tradizione il mese dedicato a Maria, madre di Gesù. Ricordando papa Francesco che ci invitava a riscoprire la bellezza di pregare il Rosario, vediamo da dove arriva questa tradizione...

Nasce principalmente da un padre gesuita: Annibale Dionisi, un nobile religioso veneto nato a Verona nel 1679 (morto nel 1754), uomo pio, paziente e dolce. Nel 1725 Dionisi pubblica a Parma "Il mese di Maria o sia il mese di maggio consacrato a Maria con l’esercizio di vari fiori di virtù proposti a’ veri devoti di lei", Un invito a vivere e praticare la devozione mariana nel quotidiano, non necessariamente in chiesa «per santificare quel luogo e regolare le nostre azioni come fatte sotto gli occhi purissimi della Santissima Vergine».

Questa devozione possiamo trovarla comunque già nel Medio Evo:

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Buona Pasqua - Gli auguri del p. Custode

20 aprile 2025

clicca nell'immagine per il video...

Colletta del Venerdì Santo: aiutateci ad aiutare!

15 aprile 2025

 

 

Monza 6 aprile 2025: Gerusalemme tra promessa e speranza

06 aprile 2025

Si è svolto oggi a Monza l'incontro di Quaresima sulla Terra Santa a tema "GERUSALEMME, CITTA' di DIO - TRA PROMESSA e SPERANZA" con la testimonianza di p. Adriano Contran, vice Commissario di Terra Santa per il Nord Italia.

Alla mattina alle 08.30 si è celebrata la messa a San Gerardo e nel pomeriggio vi è stato un incontro nella sala della parrocchia di Santa Gemma Galgani. Vi è stata una bellissima e numerosa partecipazione. Nell'approssimarsi della Pasqua P. Adriano ha raccontato l'importanza di tenere viva la presenza cristiana nei luoghi santi. "Le pietre vive" che ancora vivono e fanno vivere il luoghi santi, sono la testimonianza dell'amore di Gesù per ciascuno. L'impegno di ognuno di noi è contribuire fattivamente con la preghiera e per chi può con l'aiuto economico, in modo che in questo periodo di guerra e difficoltà, si riesca a percepire una speranza concreta per il futuro.

Prossimamente, il Venerdì Santo, sarà il giorno dedicato alla colletta per la Terra Santa. Ciascuno di noi potrà contribuire e altresì farsi promotore con il proprio parroco dell'iniziativa del Papa per sostenere i luoghi santi.

La giornata è stata anche l'occasione per ritrovarsi tra pellegrini che sono stati accompagnati in Terra Santa da p. Adriano. E' stata l'occasione per rivivere emozioni e ricordi dei nostri pellegrinaggi!!  ...Nella speranza di poter tornare presto tutti assieme...

Alcune foto di questa bellissima giornata!

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Giornate pro Custodia di Terra Santa a Busto Arsizio

23 marzo 2025

Si sono concluse oggi presso la Parrocchia Santi Apostoli Pietro e Paolo, Busto Arsizio (VA) le giornate pro Custodia di Terra Santa, tenutesi grazie alla volontà del parroco e con l'intervento di padre Adriano vice Commissario di Terra Santa per il Nord Italia, che ha celebrato la Santa Messa e portato delle testimonianze della situazione in Israele, Palestina e Siria. Una bella partecipazione ha animato i vari momenti, sia di pellegrini che hanno già avuto modo di visitare i luoghi santi, sia di fedeli che desiderano raggiungerli per una prima volta.

P. Adriano ha puntato molto sulla pressante necessità di sostenere le "pietre vive" che ancora vivono in Terra Santa, cristiani che ancora vivono e tramandano la storia cristiana nei luoghi santi.

Un ringraziamento particolare al generoso impegno di alcuni volontari con il quale si è potuto tenere anche un mercatino con i prodotti realizzati in Terra Santa: dalla lavorazione della madre perla, alle realizzazioni in legno d'ulivo, all'incenso e all'olio di nardo, l'unguento con cui Maria Maddalena cosparse il corpo di Gesù prima della futura passione...

SIGNIFICATO DELLE GIORNATE PRO CUSTODIA DI TERRA SANTA

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Approfondimenti

19 luglio 2020


Di tanti costruzioni a somiglianza dell'edicola di Gerusalemme che sono sparse per il mondo, raccontiamo oggi di quella che era presente a Villanova di Camposampiero di cui a ricordo è rimasta “l’antica Sagra del Santo Sepolcro”, che si tiene a fine agosto - inizio settembre… qualche mostra, o qualche immagine d'epoca, potrà far rivivere la storia di questo edificio che venne demolito nel 1957 a seguito della costruzione della nuova chiesa.

Vogliamo comunque aprire una parentesi al riguardo, così visitando il paese (magari durante la sagra!) potremo far tappa alla chiesa di San Prosdocimo oltre Brenta e alla chiesa di Murelle e far memoria di dove era situato l’edificio del Santo Sepolcro.

Un po’ di storia: Villanova trova le sue origini all'inizio del medioevo, quando cominciarono a formarsi dei piccoli insediamenti rurali raccolti attorno alle chiese più importanti, le pievi. La stessa pieve di San Prosdocimo potrebbe essere precedente all'epoca longobarda. Il paese è citato per la prima volta nel 1109, quando Matilde di Canossa restituì al vescovo di Ferrara Landolfo delle proprietà situate nel Padovano.

"Ma è con la famiglia Ruzzini che inizia la nostra storia… Il più importante della famiglia è stato senza dubbio Marco Ruzzini di Domenico, il cui figlio Carlo divenne doge nel 1732, all’età di 79 anni, coprendo la carica fino alla morte avvenuta il 5 gennaio 1736. Marco Ruzzini era stato eletto procuratore di San Marco “de supra”, la carica vitalizia della Repubblica Veneta più prestigiosa dopo quella del doge. La famiglia Ruzzini apparteneva al patriziato veneto da vecchia data (prima col cognome Reggini, in un atto dell’anno 982 e poi Ruzzini nel 1198). Come classe interna, poi, apparteneva alla terza categoria, cioè a quella delle famiglie venute da Costantinopoli dopo la quinta crociata del 1229.

Il Ruzzini che conosceremo meglio è Girolamo Ruzzini di Francesco che edificò “Il sacello del Santo Sepolcro di Nostro Signore”. Girolamo possedeva circa 43 campi a Villanova e 38 a Murelle. L'appezzamento più esteso era costituito dalla particella della Pieve di San Prosdocimo, comprendente l’attuale piazza, l’area antistante la chiesa e la canonica attuale e l’area a nord della chiesa dove sorgeva il suo palazzo oltre alla chiesa e l’oratorio del Santo Sepolcro.

Se il citato procuratore di Venezia Marco Ruzzini legò la sua storia a Villanova per Villa Ruzzini che ora è la sede municipale, Girolamo, invece, creò legami con accenti più religiosi. I Ruzzini erano amici di famiglia dei Barbarigo e i Ruzzini di Villanova lo erano in particolare di San Gregorio Barbarigo, cardinale e vescovo di Padova dal 1664 al 1679. Girolamo era stato ambasciatore di Venezia nell'oriente e, da buon cristiano, aveva visitato i luoghi santi. Tornato, volle costruire a Villanova un oratorio intitolato al “Santo Sepolcro di Nostro Signore”. Prese, perciò, accordi con il vescovo e con l’arciprete per avere in concessione un pezzetto di terreno adiacente al cimitero per poterlo costruire. Era il 1678.

Il 13 giugno 1680 il vescovo cominciò la seconda visita pastorale al vicariato di Villanova, alloggiando, come di consueto, presso la villa di Marco Ruzzini. Nei verbali allegati agli atti della visita risulta che mercoledì 19 giugno, dopo aver visitato la chiesa della SS.ma Trinità di Codiverno, il Barbarigo eseguì il sopralluogo sul posto dove doveva sorgere l’oratorio: «Ritrovandosi noi in Visita Pastorale nella Vicaria di Villanova, ed havendo visitato il sito ove il Nobil'Homo Nobile Girolamo Ruzzini Patrizio Veneto intende fabricare un Oratorio publico, sive chiesola, sotto il titolo del Santo Sepolcro di Nostro Signore…» e prosegue dicendo che il Barbarigo trovò il luogo adatto allo scopo perché non recava pregiudizio alla chiesa parrocchiale, era adiacente al cimitero, vicino alla strada e al fosso. Concedeva, perciò, a Girolamo Ruzzini l’autorizzazione a far costruire l’oratorio riservandosi la facoltà di visitarlo nuovamente e benedire e «… nel medesimo poner la prima pietra fondamentale…»

Girolamo Ruzzini non perse tempo e diede inizio immediatamente alla costruzione ed il 22 giugno 1680 si procedette alla posa della prima pietra. Girolamo Ruzzini morì nel 1684. Due anni dopo venne redatto il “Catasticho” e nella particella della Pieve di San Prosdocimo, l’oratorio del Santo Sepolcro appare chiaramente, a sud della chiesa. Della consacrazione e dell’inaugurazione dell’oratorio del Santo Sepolcro, avvenute nello stesso 1680, resta una lapide che stava sopra la porta di ingresso e che ora è conservata nella chiesa. E resta la sagra… Le “sagre” sono feste solenni per commemorare il santo patrono o la fondazione e consacrazione di una chiesa o di un altare o di una immagine sacra; durante le sagre, accanto alle manifestazioni religiose, hanno generalmente luogo la fiera, il mercato e vari festeggiamenti. Come detto, la posa della prima pietra era avvenuta con grande solennità e con grande festa, ricordata e celebrata, in seguito, ogni anno, la prima domenica di settembre, come “Festa del Santo Sepolcro”.

Le campane suonavano a festa tutti i giorni della settimana precedente la festività  ma non con il suono normale bensì “a campanon”: i campanari, cioè, andavano a suonare le campane su sulla cella campanaria, dove c’erano i telai e con delle cordicelle agganciate ai batacchi li tiravano suonando a ritmo, tirando a turno ciascun batacchio… Ne risultava una melodia dolce e allegra. Questo era “fare campanon” ed era bello sentirlo perché preannunciava la sagra. Giungevano ogni anno, poi, gli zingari con i loro carrozzoni e si mettevano dietro la chiesa. Alla domenica la seconda messa, quella “del fanciullo”, veniva celebrata dentro al Sepolcro, con le finestrelle aperte e la gente fuori, all'aperto. Dalla chiesa si portavan fuori le sedie, si sedeva e si ascoltava la messa dal piazzale tra il sepolcro, il campanile e la chiesa.

Il 14 ottobre 1956 fu inaugurata la chiesa nuova. L’oratorio del Santo Sepolcro, minuscola costruzione sovrastata dalla mole imponente della chiesa nuova, sarà demolito intorno alla metà di novembre del 1957 per liberare il sagrato e far posto alla grande folla attesa per la chiusura solenne del Congresso Eucaristico Vicariale."

(fonte per testo ed immagini: "Guida storico-artistica di Villanova di Camposampiero"  - ed. 2013)

Dalle fotografie possiamo cogliere alcune caratteristiche che emergono chiare: la costruzione rassomigliava molto all'edicola posta in Gerusalemme, nella Basilica Resurrectionis: questa misura infatti 8,30 m. di lunghezza e 5,90 m. di larghezza e altrettanti di altezza. Per l'oratorio di Villanova si possono riscontrare le misure a vista, non avendo dati precisi. Qui la facciata era contraddistinta dal frontone che sovrastava la porta di entrata e le due finestre; inoltre la parte anteriore, corrispondere alla cappella dell'Angelo di Gerusalemme (che misura m. 3,40 x 3,90), era più allungata, certamente per dar posto all'altare e ai fedeli.
Nella parte posteriore esterna erano richiamati gli ornamenti ad arco sorretti da pilastrini, il tutto sormontato da una cupoletta sopra un tetto rifinito a coppi. Piace infine immaginare che al suo interno fosse stato ricreato anche il luogo della deposizione di Gesù, magari con la stessa piccola porta alta 1,33 m.

Non resta che aspettare la prossima sagra, sperando che ci sia una mostra fotografica che racconti di più di questo edificio andato perduto.

 

 

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